Bottega Scuola Accademia
La pittura a Verona tra il 1570 e la peste del 1630
Presso la Sala Boggian, lo spazio adibito alle mostre temporanee del Museo di Castelvecchio, 61 opere tra grandi tele, ritratti, disegni, spartiti, documenti e strumenti musicali che testimoniano la scena artistica e culturale a cavallo tra XVI e XVII secolo, con particolare riferimento alla bottega di Domenico e Felice Brusasorzi in cui si formò un'intera generazione di artisti veronesi.
Per maggiori informazioni o per prenotare una visita guidata alla mostra: veronatour@gmail.com
L'Accademia Filarmonica
Nel
1543 viene fondata a Verona l'Accademia Filarmonica, la più
antica accademia musicale d'Europa, tuttora esistente.
Si tratta dell'associazione di alcune delle figure di
maggior spicco nella vita sociale culturale della città,
accomunate dall'amore per la musica e le arti. Per più di due
secoli l'Accademia Filarmonica di Verona avrà un ruolo
fondamentale nello stabilire le tendenze culturali, e in parte
politiche, della città.
Tra le personalità di spicco il conte Agostino Giusti, nel cui
palazzo, con annesso lo straordinario giardino all'italiana,
adorno di statue ed epigrafi secondo il gusto dell'epoca, ancora
oggi visitabile, gli accademici si incontreranno prima di avere
una sede propria.
Domenico Brusasorzi
Tra
i fondatori dell'Accademia vi è Domenico Riccio,
figlio e padre di pittori, abile suonatore di liuto, che diventa
pittore ufficiale dell'istituzione, ritraendo i suoi membri e
provvedendo all'impianto decorativo delle sedi e degli eventi che
l'Accademia organizza. Viene Soprannominato Brusasorzi a causa di
una trappola per catturare i topi di sua invenzione. Il nomignolo
poco elegante verrà tramandato al figlio Felice,
assieme all'arte della pittura, i due condurranno una bottega
che in breve si trasformerà nella scuola in cui si formarono i più
importanti pittori veronesi dell'epoca.
Grazie al ruolo dell'Accademia Filarmonica e dei suoi influenti
membri, la scuola dei Brusasorzi otterrà progressivamente un ruolo
quasi monopolistico nelle arti figurative veronesi dalla metà del
'500 fino al 1630, anno della grande peste che
decimerà le vite di buona parte della popolazione, incluse quelle
di moltissimi artisti.
La Bottega
Il successo che la scuola dei Brusasorzi ottiene a Verona e in
tutta la provincia è tale che la bottega si affolla presto di
apprendisti e praticanti, dando vita a una produzione seriale in
cui a volte è difficile riconoscere la mano del maestro.
La loro attività satura talmente le richieste che a Verona
faticano a penetrare le nuove istanze della pittura di centro
Italia come il caravaggismo, o del resto di Europa, con Rubens e
Rembrandt.
Per questo motivo lo stile veronese è spesso stato tacciato di
chiusura e provincialismo, dimenticandosi del fatto che Felice
Brusasorzi ebbe l'opportunità di viaggiare e operare al di fuori
di Verona, come ad esempio a Firenze, dove eseguì un ritratto del
Duca Francesco I (presente in mostra), e non fu certo
inconsapevole di ciò che succedeva ad esempio a Venezia, dove
operavano il conterraneo Veronese e Tintoretto.
Dalla scuola dei Brusasorzi inoltre uscirono artisti che seppero incontrare il gusto di scene artistiche molto sofisticate, come ad esempio Alessandro Turchi, detto l'Orbetto, che ebbe grande successo nella Roma dei cardinali, con il suo classicismo raffinato ed elegante.
Le date di morte sui cartellini esplicativi delle opere, riportano quasi tutte 1630, mostrando il tragico arresto di questa stagione veronese così piena di fermenti culturali.
La Mostra
L'ambiente artistico e culturale della Verona a cavallo tra XVI e
XVII secolo, e orbitante attorno all'Accademia Filarmonica è assai
ben rappresentato. Sono esposti spartiti e strumenti musicali
legati all'Accademia, così come alcuni ritratti dei suoi membri
eseguiti da Felice Brusasorzi.
Vi sono poi alcune grandi tele a soggetto religioso che ben
illustrano lo stile del maestro e il progressivo sviluppo di
un'autonomia stilistica ed espressiva negli allievi più dotati che
conosceranno fortuna sia in patria che all'estero.
Lo stile dei Brusasorzi è una interpretazione personale del
Manierismo, con tele spesso di grandi dimensioni, affollate di
personaggi dai corpi monumentali e in pose plastiche, dai colori
vividi e sgargianti.
Fuori Mostra
Come guide turistiche di Verona abbiamo sempre
cercato di stilare percorsi in città che
rappresentassero una prosecuzione dei temi delle mostre
temporanee che si svolgono nei suoi musei.
Poche sono state le occasioni in cui è stato possibile
approfondire così tanto il contenuto di una mostra per le strade,
le chiese e gli altri musei cittadini.
Si va dal teatro Filarmonico, con la sala
Maffeiana originaria sede dell'Accademia e il Museo
Lapidario, per arrivare a Giardino Giusti,
grandioso esempio di giardino all'italiana realizzato proprio a
fine '500, annesso a palazzo Giusti, dove i membri si riunivano
prima di avere una loro sede definitiva.
Le chiese di Verona sono talmente piene di opere
dei Brusasorzi e degli artisti che si formarono alla loro scuola,
che si ha solo l'imbarazzo della scelta su quale inserire in un
percorso di approfondimento.
Così come le superfici affrescate dei palazzi cittadini, sia dove
le opere siano ancora nella loro sede originaria, sia al Museo
Cavalcaselle presso la Tomba di Giulietta, dove sono esposti i
cicli pittorici costituiti dagli affreschi strappati dai muri dove
vennero realizzati, come per palazzo della Seta e Palazzo
Montanari.
Per maggiori informazioni o per prenotare una visita guidata alla mostra o un itinerario complementare: veronatour@gmail.com